NOI SIAMO CIO’ CHE MANGIAMO

 

                                                           ...diceva un filosofo.

 

 

Ma c’è anche chi sceglie di non mangiare, di mangiare e liberarsi immediatamente di quando assunto, che alterna abbuffate e rigide restrizioni. Queste persone possono essere spinte a comportarsi come descritto dalle motivazioni più disparate (come un conflitto o l’idea ossessiva della magrezza solo per citare qualche esempio), ma tutte sono accomunate da un unico punto fermo: il cibo è nemico.

Chi soffre di disturbi dell’alimentazione decide, più o meno consapevolmente, di intraprendere una "guerra fredda" contro il cibo allo scopo di assoggettare le esigenze del corpo alla propria volontà. E se mangiare serve per vivere, non mangiare è la scelta di non vivere: attraverso il diniego dell’alimentazione, viene operato il disperato tentativo di annullarsi per sentirsi paradossalmente sicuri, cioè capaci di controllarsi e tenere in pugno anche il mondo circostante. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ecco in breve i principali disturbi dell’alimentazione,

secondo il Manuale Statistico e Diagnostico dei Disturbi Mentali:

 

 

- Anoressia Nervosa : le tre caratteristiche principali per la diagnosi sono la persistente restrizione nell’assunzione di calorie che porta ad un peso inferiore a quanto previsto in relazione a sesso, età, tipo di sviluppo; intensa paura di acquistare peso o diventare grassi o comportamento che interferisce con l’aumento ponderale; alterata percezione del proprio corpo, preponderanza del fattore peso sul livello di autostima personale o mancato riconoscimento della gravità dello stato di salute causato dal sottopeso. Vengono distinte inoltre due sottotipi: con restrizioni, in cui il decremento ponderale è imputato esclusivamente a restrizioni come dieta, digiuno od eccessiva attività fisica; con abbuffate/condotte di eliminazione  in cui sono presenti episodi di abbuffate o condotte eliminatorie come vomito autoindotto, uso inappropriato di lassativi, diuretici e/o simili.

Sono interessati prevalentemente soggetti di sesso femminile con insorgenza nell’adolescenza o prima età adulta. Possono essere presenti anche manifestazioni ansiose, depressive od ossessivo-compusive.

Nei casi gravi è richiesto il ricovero ospedaliero per il recupero del peso corporeo e per affrontare le complicanze mediche conseguenti.

 

- Bulimia Nervosa :  questo disturbo di caratterizza per la presenza di episodi ricorrenti di abbuffate (ossia ingestione di una quantità di cibo maggiore rispetto al normale in un determinato periodo, accompagnata da sensazione di perdere il controllo), utilizzo inappropriato di condotte compensatorie per evitare l’aumento di peso (ricorso a vomito, lassativi, eccessiva attività fisica), livelli di autostima influenzati ingiustificatamente da forma e peso corporei.  Per la diagnosi è inoltre necessario che gli episodi di abbuffata  e condotte compensatorie si presentino almeno una volta a settimana per la durata per tre mesi, in un quadro che non riconducibile all’anoressia nervosa. Sono interessati prevalentemente soggetti di sesso femminile con insorgenza nell’adolescenza o prima età adulta. Possono essere presenti  manifestazioni ansiose e/o depressive, sviluppate in contemporanea o successivamente all’insorgenza della bulimia nervosa.

 

- Disturbo da binge-eating :  si verificano ricorrenti episodi di abbuffata, associati a disagio e tre o più correlati specifici all’atto dell’assunzione di cibo (mangiare più rapidamente del normale, mangiare fino a sentirsi sgradevolmente pieni, mangiare quantità marcate di cibo senza sentirsi affamati, mangiare in solitudine a causa dell’imbarazzo, sentirsi depressi, in colpa o disgustati da se stessi dopo l’episodio). Per la diagnosi è inoltre necessario che gli episodi di abbuffata si presentino almeno una volta a settimana per la durata per tre mesi e non si ricorra all’utilizzo di condotte compensatorie. Da escludersi episodi in un quadro di anoressia nervosa o bulimia nervosa. Il disturbo inizia tipicamente negli adolescenti o nella prima età adulta, senza prevalenza di genere, ma può insorgere anche nella tarda età adulta. Gli individui interessati sono normopeso/sovrappeso e obesi, sebbene comunque il disturbo sia distinto dall’obesità. Possono essere presenti  manifestazioni ansiose e/o depressive.

 

Se ravvisi un certo disagio nel confrontarti con la tua fisicità, il rischio che questo si aggravi non dev’essere sottovalutato perché  le possibili conseguenze sono anche di grave entità.

Con l’ausilio della professionalità dello Psicologo è possibile affrontare il rapporto conflittuale con il cibo che caratterizza i disturbi dell’alimentazione, individuando le ulteriori difficoltà che si celano dietro ad esso.

 Un intervento mirato restituirà dignità al rapporto con il corpo, nella consapevolezza che l’estetica è solo una delle mille sfaccettature dell’unicità e ricchezza del proprio mondo interiore.